Il brillante dell’orecchino risaltava sulla pelle ambrata dal sole.
Un sorriso splendente e armonioso le illuminava il viso, ed i suoi occhi, scuri ma vivacissimi e pieni di dolcezza, rapivano l’anima di chi li incrociava anche solo per pochi istanti.
Un’aura la circondava esaltando la sua figura tra la folla degli invitati. Era la fine eleganza, la compostezza dei modi, la signorilità del garbo, la vivacità di uno sguardo che oltrepassava le apparenze e le faceva comprendere immediatamente la statura di chi stava interloquendo.
Si districava con sobrietà e leggerezza dall’assiduo tumulto delle affettate gentilezze di chi era rimasto ammaliato da quella grazia eterea.
Sebbene se ne sentisse lusingata, quelle attenzioni le facevano avvertire ancora di più il desiderio di parole e di occhi che la rapissero almeno per una sera, irrorandole il cuore di una rugiada fresca ed inebriante da portare con sé ovunque andasse.
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Giorgio Alessandrini, 23 giugno 2025